GUARDA CHE C’È IL MARE…lasciare la pozza per andare verso il mare… verso l’infinita bellezza che c’è fuori… .
Ogni giorno ci ritroviamo ad effettuare delle scelte per costruire la nostra esistenza ed è fondamentale la struttura, la posizione, da cui prendiamo le decisioni. Le cose che contano nella vita esigono sempre delle decisioni e decidere significa escludere qual cosa d’altro non è possibile tenersi tutto.
Nella vita non ci sono certezze, ci sono decisioni da prendere, direzioni da seguire, le certezze fermano il cammino. È necessario comprendere che ognuno di noi è libero di decidere il suo viaggio e che quando si ha una meta si è disposti ad affrontare tutte le difficoltà che si incontrano durante il percorso.
Ritengo che il prendere una buona decisione è tutta una questione di attenzione, di capacità di leggere la realtà, noi non siamo più attenti, consumiamo l’esistenza senza essere attenti. Nella semplicità della vita, l’attenzione alle cose che ci circondano e che viviamo fa la differenza, è necessario tenere lo sguardo fisso sulle cose e sugli eventi, attenzione profonda sul presente.
Nel prendere una decisione c’è chi sceglie di vedere il bicchiere mezzo pieno, si concentra su quello che c’è, e chi il bicchiere mezzo vuoto, è concentrato su quello che manca. Le decisioni di orientamento vanno prese in posizione generativa, quando non percepiamo mancanze, quando siamo in uno stato di benessere, di centratura e allineamento tra mente, corpo e spirito. Quando siamo in questo stato prendiamo buone decisioni non ci lasciamo bloccare da insicurezze, da incertezze, dai tanti “chissà forse è meglio rimandare, forse non è per me”.
Non si può decidere e progettare niente se la maggior parte della nostra vita la passiamo a difenderci. La progettualità nasce quando noi smettiamo di difenderci. Non possiamo aver il tempo di progettare se innanzitutto ci stiamo difendendo.
Nessuno può progettare se non ha una sana fiducia e speranza nel domani, che sta andando verso qualcosa di buono. Le persone che hanno speranza aspettano il domani non come un pericolo, ma con entusiasmo. Se non vinciamo la paura del domani noi non faremo mai niente.
Perché dovrei impegnarmi a fare qualcosa a costruire qualcosa se ho paura di quello che accadrà domani? È necessario scoprire la nostra unicità, per poter progettare, e comprendere che proprio io sono chiamato a vivere questo segmento di vita, in questo istante. La nostra unicità la scopriamo soltanto se viviamo, se ci mettiamo in gioco, se rischiamo qualcosa, non se rimaniamo seduti a riflettere su chi siamo. Non riusciamo più a capire il valore della esperienza rispetto al valore del pensiero. Se vogliamo conoscere qualcosa dobbiamo farne esperienza. Noi non siamo solo quello che sentiamo, non è quando ci ripieghiamo su noi stessi o su quello che sentiamo e pensiamo che riusciamo a capire qualcosa della nostra vita, è necessario comprendere che bisogna navigare, saper mettere alla prova, saper affrontare quello che sentiamo.
Trovare una direzione significa trovare una relazione, un posto, dove ci sentiamo unici. La strada unica pensata solo per noi, che non potrà percorrere nessun altro, che è unica e irripetibile.
Domandiamoci con lealtà se l’impegno per quel progetto in cui stiamo investendo le nostre energie e risorse sta tirando fuori la nostra unicità, se sta facendo questo abbiamo scoperto il nostro posto nel mondo. Il posto dove noi possiamo essere non pecore ben addestrate, ma unici, senza assomigliare a nessun altro. Passiamo la vita sentendoci rassicurati di far parte di qualcosa, può succedere che l’appartenenza ad un gruppo, ad un movimento, ad una associazione, ci rassicura, siamo tutti qui, abbiamo tutti l’etichetta!!! Non siamo chiamati ad essere gregge ben addestrato, come è l’ideale di ogni pastore avere pecore ben ordinate, chiuse nei recinti, che si lasciano mungere bene, siamo chiamati a trovare una strada che ci faccia scoprire quanto siamo unici.
Con quello che ho oggi, con le risorse di oggi cosa posso fare, potenziando al meglio quello che è il mio talento e quella che è la mia storia, con le sue luci e le sue ombre? Dobbiamo fare capolavori con quello che c’è. Con quello che c’è inventare qualcosa. Molte volte la nostra vita non ha tutto quello che dovrebbe esserci, non abbiamo tutto bello e pronto, viviamo molte situazioni contraddittorie, saper decidere significa utilizzare la genialità di saper accostare cose contraddittorie e saper tirar fuori soluzioni, decisioni che contano. Nessuno può progettare se innanzitutto non parte da chi è e da ciò che ha in questo momento.
La settimana scorsa ho seguito l’intervista a Simona Atzori, la ballerina e pittrice senza braccia che si descrive con queste parole: “Non mi sono mai chiesta con dolore perché Dio abbia voluto che proprio io nascessi così, senza le braccia, ma ho sempre pensato perché Dio invece mi avesse dato così tanto. Mi ha semplicemente disegnata così perché mi aveva in mente così”, “i miei piedi fanno magie”.
Simona è una bravissima ballerina perché non le interessa quello che non ha, ma quello che ha. E l’augurio che Simona fa a tutti è: “di ricordarci sempre che quello che ci rende uguali è proprio il fatto di essere tutti diversi gli uni dagli altri, tutti pezzi unici”.
Ritroviamo, riscopriamo e traffichiamo le infinite risorse e potenzialità che ognuno di noi ha a disposizione e da quella posizione di pienezza prendiamo le nostre decisioni.
Quali sono, dunque, i criteri per esercitare la responsabilità della valutazione della scelta? Come fare per vigilare andare in profondità di noi stessi e delle vicende nelle quali ci troviamo in modo da fare delle scelte con responsabilità, evitando il pregiudizio e mettendo alla prova le situazioni?
Le decisioni che prendiamo nella vita di tutti i giorni sono determinate dalle emozioni. Quando ci troviamo a dover prendere una decisione e vi sono più scelte in conflitto tra loro, non scegliamo tramite un freddo calcolo dei pro e dei contro perché il cervello reagisce istintivamente creando una serie di diversi scenari a cui possono portare le diverse scelte, e nel momento in cui ognuno dei diversi scenari viene alla mente viene contrassegnato dai marcatori somatici, ovvero da stimoli che vanno a porre delle modifiche nella frequenza cardiaca, nei cicli respiratori, nella sudorazione ecc., che portano ad uno stato emotivo associato a ognuno dei possibili scenari, influenzando così il nostro processo decisionale. I marcatori somatici ci aiutano così a prendere delle decisioni.
Come riconoscere una buona decisione?
Ogni buona decisione è accompagnata dalla gioia che c’è quando si sperimenta ciò che si ama. La gioia prima, durante e dopo la decisione è segno che lì davvero c’è un bene prezioso. È la gioia, la forza, il motore di ogni decisione.
Ognuno ha un sogno di felicità. È alla ricerca di senso per la sua vita. Perché? Perché siamo fatti per essere felici. C’è un cercare, oppure anche un non cercare, un imbattersi; c’è un trovare, non chissà dove ma nell’ambito in cui si vive e in cui si lavora, nella quotidianità della vita. Quando si comprende che quella è la nostra meta, è il nostro bene più prezioso, allora è necessario decidersi, investire tutto in quello e saper vedere anche nelle difficoltà il nostro sogno che cresce.
Tutto ciò che siamo e tutto ciò che abbiamo investiamolo e traffichiamolo. Concentriamoci sulle nostre risorse, non buttiamo via i nostri talenti. I beni e i poteri più preziosi sono spesso invisibili e immateriali, nessuno può rubarceli, sono solo nostri, noi, soltanto noi, possiamo investirli come più ci aggrada. Così tutto quello che ho e sono lo investo nel mio progetto. E devo decidere quotidianamente la mia vita in questo investimento.
Il percorso di coaching educa, è innanzitutto un’educazione alla vita, è tirar fuori quello che c’è dentro, un po’ alla volta, un giorno alla volta, con pazienza, con le attese, ogni cosa ha bisogno della sua gradualità, dei suoi tempi. La vita è fatta di gradualità, di tempi che vanno rispettati. Il percorso di coaching stimola a scoprire e tirar fuori un potenziale che c’è già.
Diffidate da chi vuole spiegarvi la vita come una tecnica, la vita è qualcosa di cui fare esperienza, a volte bisogna stare sul pezzo, essere creativi, la vita sfugge ad essere controllata, altre volte bisogna sconvolgere le regole.
La decisione quando si può prendere? Solo nel qui ed ora. La decisione non è qualcosa da prendere una volta nella vita e poi una volta presa basta. No, la decisione è quotidiana.
Quando non decidiamo, è perché non abbiamo scoperto la nostra direzione, o ci lasciamo imbrigliare, intristire da tanti pretesti o cerchiamo come spesso facciamo, di tenere il piede in due staffe. Bisogna avere la capacità di decidere. Se pensiamo a tutto ciò che lasciamo non riceveremo mai nulla e nella vita non combineremo mai niente di veramente bello.
La decisione ci toglie dal delirio di onnipotenza che ci fa vedere tutto possibile e però nulla di reale, perché per noi, tra le infinite possibilità, quella che ci realizza è una sola. Riconoscere quando dentro di noi brilla una luce di qualcosa di forte che ogni realtà che troviamo diciamo: non è ancora questa! Cerco qualcosa di più bello. E non siamo appagati sino a quando non abbiamo trovato quella bellezza per la quale siamo fatti.
Se stai cercando chiarezza, se vuoi migliorare la tua vita personale o professionale, le tue relazioni, partendo da CHI SEI quando operi da una posizione di default di perfetto allineamento e centratura, se vuoi individuare la tua unicità, le tue migliori capacità, scoprire i tuoi talenti, manifestarli ed esprimerli, se sei interessato a scoprire COSA VUOI nel profondo con la certezza di operare la scelta più appropriata per te, contattami, inizia un percorso di coaching one to one, prenota la tua prima consulenza gratuita, ora è il momento giusto!!!!
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A presto!
Olga Frassetti
© Riproduzione riservata
7 commenti
Ciao Olga, complimenti articolo bellissimo e vero.
Un caro abbraccio
Buongiorno Antonella!! Ben trovata! Grazie!!! Un abbraccio a te e continua a seguirmi!! :))
Buongiorno Olga grazie del tuo bellissimo articolo che arricchisce ognuno di noi e penso che ognuno si vede in quello che scrivi. Io penso che è fondamentale, dunque, cercare di ascoltare la propria voce interiore e lasciarsi guidare da essa in quanto l’anima racchiude già in sé le risposte che si sta cercando.
Un abbraccio Olga.
Bellissima anche l’ immagine del mare! Copio e incollo la poesia di Pascoli “il mare”
Mare
M’affaccio alla finestra e vedo il mare:
vanno le stelle, tremolano l’onde.
Vedo stelle passare, onde passare:
un guizzo chiama, un palpito risponde.
Ecco sospira l’acqua, alita il vento:
sul mare è apparso un bel ponte d’argento.
Ponte gettato sui laghi sereni,
per chi dunque sei fatto e dove meni?
(Giovanni Pascoli)
Grazie Anna per essere qui e per la condivisione del tuo pensiero e della poesia!! Continua a seguirmi! Un abbraccio grande! :))
Grazie Olga per il tuo articolo!E’sempre così interessante e stimolante leggere ciò che scrivi….prendiamo decisioni ogni giorno che ne siamo consapevoli oppure no. ..fin da quando ci alziamo operiamo delle scelte….ma scegliere non sempre è facile..e la migliore palestra per allenarci a “scegliere” è la vita stessa!
Un grande abbraccio e speriamo di incontrarci presto!Buona estate!
Carissima Giuliana, è sempre un piacere grande ritrovarti sul blog, sapere che mi segui e che trovi stimoli in ciò che scrivo. È proprio così la migliore palestra per allenarci a “scegliere” è la vita stessa dove fare esperienza di quello che proviamo e sentiamo ed è così che emergono nuove visioni e soluzioni, l’esperienza ci consente di vedere le cose da prospettive nuove… . Facciamo esperienza oggi, con le risorse di oggi potenziamo al meglio quello che è il nostro talento e quella che è la nostra storia, con le sue luci e le sue ombre. Dobbiamo fare capolavori con quello che c’è.
Un bacione grande a te e il tuo piccolo. Buona estate!! Continua a seguirmi, sono in arrivo nuovi articoli!! ;)))